Intravisioni Giovanni Sanesi
Mostra a cura di Mirco Marino
Progetto realizzato dall’associazione SC17 Promosso da Officina Giovani e Comune di Prato
Saletta Campolmi, Prato | 8-29 Dicembre 2021
Gli spazi della Saletta Campolmi di Prato ospitano la prima mostra personale dell’artista Giovanni Sanesi: Intravisioni.
La mostra, a cura di Mirco Marino, è un progetto realizzato dall’Associazione SC17 e promosso da Officina Giovani e Comune di Prato che vede il suo principio nella necessità di dare spazio e promuovere la giovane arte contemporanea.
Le recenti opere di Giovanni Sanesi nascono nel tempo sospeso di questo periodo, un tempo a cavallo tra un prima e un dopo.
Le ampie tele del pittore guardano al mondo in cui viviamo e riflettono sui grandi temi che oggi non possono non risalire dal profondo e rendersi evidenti. I lavori sono intravisioni, vedute di interni, in cui i soggetti prendono posto nello spazio domestico. Il titolo è sia descrittivo della scena che dei soggetti, sono soggetti che si guardano dentro e si lasciano intravedere dall’osservatore.
Sono tre i macro-temi che le opere dell’artista introducono: l’identità, le relazioni e il tempo.
Il concetto di identità è investigato nei quadri a soggetto unico, un soggetto che si guarda allo specchio e stenta a riconoscersi, immerso in un bagliore che ha in sé un’aria sacrale. La luce diventa soggetto al pari delle figure e autonomamente sceglie cosa illuminare. È una luce trattata sia come creatrice dell’immagine sia come distruttrice, un bagliore che si esprime quindi in una doppia dinamica: mostrare e nascondere. Queste opere richiamano una figura umana che è in costante ricerca e in costante attesa, un concetto ripreso nel ciclo sulle relazioni.
Le relazioni si configurano in modo duplice come contatto incessante con l’altro e come distanza. È una rappresentazione di stadi successivi di dinamiche relazionali che vengono intraviste sulla tela, alle volte con chiarezza, altre lasciando la comunicazione in sospeso, omettendo l’evidenza per elevarsi a simbolo. È proprio il mistero che il simbolo porta inevitabilmente con sé a invitare l’osservatore a guardare le opere più da
vicino e più a fondo, a cercare una risposta a quelle domande che l’incontro con l’altro da sé impone.
Sfondo della ricerca identitaria e relazionale è il tempo. I soggetti di Giovanni Sanesi galleggiano nel tempo sospeso del loro quotidiano e dei loro contatti. È un tempo, espresso in varie figure simboliche, che è sia fermo che lunghissimo. Un tempo immobile e fluttuante in cui i soggetti sono immersi, come nella luce che dalle finestre invade le scene.
Il video installato all’ingresso dell’esposizione si pone come soglia, come introduzione alla mostra stessa. Si tratta di un montaggio di due progetti distinti cui l’artista ha lavorato nel periodo della pandemia. Il video presentato è un racconto corale del lockdown, una narrazione autobiografica che sviluppa due tempi distinti, quello dell’ordinario e quello dello straordinario.
La mostra si sviluppa negli spazi della Saletta Campolmi, facendo di questi una nuova scena domestica, una nuova realtà che si pone sia a contatto che a distanza dei lavori esposti. Questa li presenta, legandosi a questi per motivi formali, ma crea anche, in quanto situazione sociale, un nuovo momento di incontro relazionale per i visitatori.