Fin dal 1800, gli orti operai erano quei terreni attigui alle fabbriche, che l’imprenditore dava in gestione agli operai che lavoravano all’interno della fabbrica. Ancora oggi è possibile individuare orti sociali che nascono vicino alle fabbriche (es. fabbrica Baldassini, Gualchiera di Coiano) che diventano punto di aggregazione e scambio culturale tra i cittadini. Osservando attentamente questi presidi verdi si può notare che spesso questi sono composti da svariati oggetti di uso quotidiano, che per l’occasione vengono rimaneggiati e usati in maniera diversa rispetto alla funzione originaria.

Gli spazi verdi urbani, se progettati e gestiti correttamente seguendo criteri ecologici e naturalistici, possono diventare vere e proprie “infrastrutture urbane” capaci di coniugare gli obiettivi produttivi con la creazione di “servizi ecosistemici” di cui fruiscono i cittadini: arricchimento ambientale, educazione naturalistica, conservazione della biodiversità, mitigazione degli estremi climatici, ecc. Non di secondo piano è anche il ruolo di conservazione della memoria storica, tramite il recupero e la propagazione di varietà vegetali orticole e da frutto di antico uso, scomparse dagli ordinari canali di distribuzione.